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COMUNICATO STAMPA:  Appello per una informazione rispettosa, etica e inclusiva

COMUNICATI

I Comunicati Stampa del Centro Studi LIREC

COMUNICATO STAMPA: Appello per una informazione rispettosa, etica e inclusiva

Raffaella Di Marzio

Il Centro Studi LIREC ha rivolto un appello al mondo dell’informazione inviando una lettera  alla Federazione Nazionale della Stampa Italiana e al Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti.

Email: centrostudilirec@gmail.com

Contatto: +39-3488299499

Sito Web: lirec.net


Roma, 14 Febbraio 2024


Destinatari:

- Ordine Nazionale dei Giornalisti

- Federazione Nazionale della Stampa Italiana


Appello per un’informazione rispettosa etica e inclusiva


Il Centro Studi sulla Libertà di Religione Credo e Coscienza (LIREC) è un libero sodalizio di cultura, indipendente da partiti e da qualsiasi organizzazione religiosa, senza fini di lucro.

Svolge attività finalizzate alla conoscenza e alla corretta informazione sulle diverse forme di aggregazione in qualche modo connesse a particolari scelte filosofiche, religiose e spirituali, che si caratterizzano come "alternative" o "minoritarie" nel contesto sociale in cui nascono e si sviluppano.

Tali finalità sono svolte nel rispetto delle disposizioni, sentenze e dichiarazioni ufficiali di importanti istituzioni internazionali come la Corte Europea dei Diritti Umani (CEDU), il Consiglio dell’Unione Europea, il Consiglio d’Europa, L’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la cooperazione Internazionale), l’USCIRF (United States Commission on International Religious Freedom).

Con questa lettera intendiamo manifestare la nostra preoccupazione per la campagna mediatica generalizzata e incontrollata che ha avuto inizio con la tragica notizia della strage avvenuta ad Altavilla: un uomo si è accusato di aver ucciso sua moglie e due dei suoi tre figli in preda a quello che sembrerebbe, secondo quanto ipotizzato da criminologi intervistati, un delirio psicotico nel quale egli “vedeva” il “diavolo” nella sua casa e nei suoi cari.

Tutti gli organi di stampa, con rarissime eccezioni, da diversi giorni, non si occupano più di questa vicenda per quello che è, e cioè un gravissimo caso di femminicidio e infanticidio, ma stanno deviando l’attenzione del pubblico da un allarme sociale grave, la violenza domestica, documentato da statistiche autorevoli e affidabili, all’ “allarme sette”, inesistente e basato su dati inaffidabili e fuorvianti sull’incidenza del fenomeno.

La generalità dei media identifica alcuni movimenti religiosi o di credo come “sette”. Questa categoria, intesa in senso criminologico, è stata costruita artificialmente per cercare di escludere alcuni gruppi religiosi o di credo dalla protezione dell'articolo 9 della CEDU ed è stata stigmatizzata non solo dalle istituzioni menzionate sopra, ma anche da importanti istituzioni accademiche e centri di ricerca di fama internazionale, poiché offende la dignità di persone e gruppi, in modo simile a come, in passato, venivano utilizzati in senso dispregiativo i termini “ebreo” e “negro”.

Al contrario, le Nazioni Unite, la Corte Europea dei Diritti Umani, la Corte di Giustizia dell'Unione Europea e altri organismi internazionali utilizzano terminologie neutre per definire qualunque comunità religiosa o di credo nelle loro dichiarazioni, relazioni o sentenze.

I bersagli colpiti sono numerosi e sempre diversi. A farne le spese, questa volta, è una rispettabile Chiesa Evangelica Pentecostale solo perché la famiglia in cui è avvenuta la strage ne aveva fatto parte in passato. Inoltre, la confusione, trasversale a numerose testate, tra “riti satanici” ed “esorcismi”, offende il sentimento religioso anche dei cattolici, la cui dottrina considera l’esorcismo come un sacramentale “liberante” e non certo come una forma di violenza.

Ci siamo occupati di queste problematiche nel corso del nostro ultimo convegno sul tema “Discorsi di odio: conoscere e prevenire un fenomeno multiforme. Le conseguenze quando i bersagli sono le minoranze religiose”, tenutosi il giorno 8 febbraio 2024 al Senato della Repubblica. Riprendendo le conclusioni di quell’evento, vogliamo esprimere la nostra preoccupazione, che è che questa campagna mediatica possa ingenerare nel pubblico sentimenti di ostilità e preoccupazione ingiustificata verso fantomatiche “sette”, uno stigma che può colpire chiunque sia identificato come “diverso” dalla cultura e religione di maggioranza.

Riteniamo che il mondo dell’informazione dovrebbe fare attenzione alla scelta delle fonti a cui attinge e ci rivolgiamo alle vostre organizzazioni affinché si possa creare una sinergia e una collaborazione tra media e società civile in modo che deliri mediatici pericolosi e fuorvianti, come quello in corso simile ad altri, verificatisi in passato, non si ripetano in futuro.

Nel nostro Paese su queste tematiche, per quanto riguarda le statistiche sulla presenza di minoranze religiose e spirituali, una fonte attendibile e internazionalmente riconosciuta è il Centro Studi Sulle Nuove Religioni di Torino (CESNUR) (cesnur.com). Il nostro Centro Studi, che vanta esponenti di alto livello culturale nel suo organigramma ed esperti del settore, si occupa di informazione, formazione e attivismo in questo specifico ambito (Lirec.net).

Chiediamo alle vostre organizzazioni di sensibilizzare, con i mezzi a vostra disposizione, tutti gli operatori dell’informazione a rispettare il dovere deontologico di “Garantire che le loro attività siano rappresentative dell’intera società, affrontare questioni di interesse comune per tutti i gruppi della società, ricercare una molteplicità di fonti e opinioni all’interno delle diverse comunità piuttosto che rappresentarle come blocchi monolitici…”. (Principi di Camdem: https://www.article19.org/data/files/pdfs/standards/the-camden-principles-on-freedom-of-expression-and-equality.pdf).

La Direttrice

Raffaella Di Marzio