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Conferenza Stampa LIREC: Implementare Linee Guida UE per promuovere libertà di religione o credo in Italia.

COMUNICATI

I Comunicati Stampa del Centro Studi LIREC

Conferenza Stampa LIREC: Implementare Linee Guida UE per promuovere libertà di religione o credo in Italia.

Raffaella Di Marzio

Roma, 25 Ottobre 2023. Il Centro Studi LIREC, su interessamento dell'on. Bonafè (PD) ha presentato oggi alla Camera dei Deputati la Strategia d'implementazione delle Linee-guida UE sulla libertà di religione, credo e coscienza (FORB). Sono intervenuti: l’On. Bonafè, Davide Romano, Direttore di Coscienza e Libertà; l’avvocato Marcello Rifici e Raffaella Di Marzio, direttrice di LIREC.

Nella sua introduzione la Direttrice ha ringraziato tutte le confessioni religiose che hanno accreditato i loro rappresentanti: la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, la Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, Scienza Cristiana, Arte e Cultura per i diritti umani, l’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna, L’Associazione Musulmana Ahmadiyya in Italia, L’Associazione Internazionale per la Difesa della Libertà religiosa, La Chiesa Avventista del Settimo Giorno, Europa Progresso, la Iglesia Ni Cristo, l’Universal Peace Federation.

L’On. Bonafè nel suo intervento ha sottolineato l’importanza, per le istituzioni, di rispondere alle necessità di un paese dove il pluralismo religioso è in continua espansione anche per la presenza degli immigrati che appartengono a culture diverse e praticano religioni diverse da quella maggioritaria. Ha anche ribadito l’importanza della difesa del diritto alla libertà di religione o credo, poiché esso chiama necessariamente in causa il rispetto di altri diritti. Ha inoltre affermato l’importanza di fare il punto della situazione per quanto riguarda la promozione del diritto alla libertà di religione e credo in Italia per verificare in che misura il nostro paese segua le indicazioni delle Linee Guida emanate dall’Unione Europea. L’istituzione deve accogliere e ascoltare chi di queste istanze si occupa.

Raffaella Di Marzio, illustrando il documento, ha affermato che la strategia è il risultato delle ricerche portate avanti dal Centro Studi in costante dialogo con le minoranze religiose e spirituali e le istituzioni italiane e internazionali, nell’ambito di quanto sottoscritto dall’Italia con l'adesione al programma FoRB (Freedom of Religion or Belief) dell’Unione Europea, emanato nel giugno 2013. Gli Stati membri che hanno sottoscritto le linee-guida, pensando soprattutto ai rapporti con i paesi fuori dall’UE, dovrebbero innanzitutto implementarle al loro interno.

Nel decennale dell’emanazione delle Linee Guida FoRB, il Centro Studi LIREC ripropone la Strategia che era già stata presentata alla Camera dei Deputati nel febbraio 2019. Viene oggi riproposta, poiché, a distanza di quattro anni, le criticità già evidenziate sono rimaste tali e l’implementazione delle Linee Guida FoRB rimane, nel nostro Paese, ancora molto lontana dalla sua completa attualizzazione. Il documento, la cui struttura e i cui contenuti sono in gran parte invariati, presenta tuttavia alcuni aggiornamenti, che tengono conto dei quattro anni intercorsi dalla prima stesura.

In Italia i dati sulla diffusione delle minoranze religiose forniti dal CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) certificano la presenza di 866 minoranze religiose sul territorio considerando, da una parte i 53.789.453 cittadini italiani – e confrontandoli con il totale della popolazione residente ‒ fissata a 58.983.122 unità, dei quali gli stranieri sono 5.193.669, siamo a una percentuale del 4,2% di persone che manifestano un’identità religiosa diversa dalla cattolica. Se si considerano i residenti sul territorio la percentuale di appartenenti a minoranze religiose sale al 10,6% (per maggiori informazioni, si rimanda alla fonte www.cesnur.com).

La strategia, segnala casi molto gravi di discriminazione ai danni delle minoranze come gli ostacoli alla libertà di culto, generati da questioni di carattere urbanistico che rimandano al problema più ampio della tutela dei gruppi religiosi non in possesso di una intesa col governo e le disparità sul piano informativo e scolastico che coinvolgono anche le confessioni riconosciute. Queste sono soltanto tredici, mentre le altre realtà minoritarie sono soggette alla legislazione di epoca fascista sui “culti ammessi” e spesso vittime di campagne di stigmatizzazione.

Per superare alcune di queste criticità LIREC ha identificato quattro assi di intervento finalizzate a implementare le Linee-guida attraverso l’ educazione alla difesa dei diritti umani, la promozione del dialogo tra le fedi, l'inclusione sociale e la prevenzione della radicalizzazione:

1. Cultura nella vita pubblica e nella società: promozione della tolleranza e del rispetto della diversità, fondata sulla facilitazione della conoscenza;

2. Scuola (istruzione e formazione): rispetto a quanto sottoscritto con FORB, l'Italia si trova in una situazione d'inadempienza che si manifesta attraverso criticità come l'inorganicità e la dispersività con cui viene trattato il fenomeno religioso a fronte della complessità del mondo contemporaneo;

3. Assistenza spirituale nelle strutture pubbliche (caserme, ospedali e luoghi di detenzione) dove permane una situazione di disuguaglianza tra la Chiesa Cattolica e le confessioni con intesa, cui si somma la violazione del diritto alla libertà religiosa delle minoranze che ne sono prive;

4. Luoghi di culto: la Corte Costituzionale ha in più occasioni ribadito il diritto di tutte le confessioni all'edilizia di culto, disciplinata dal diritto comune di edilizia e urbanistica, che non è però garantita in modo paritario.

La situazione mostra con evidenza come l'Italia agisca in violazione delle Linee-guida, che richiedono alla società civile d'intervenire presso le istituzioni e collaborare per il superamento di ogni forma di discriminazione: è con questo spirito di collaborazione, di dialogo e di disponibilità LIREC che intende operare, augurandosi l'utilità del proprio contributo e l'avvio di un'azione efficace in difesa dei diritti delle minoranze.

La direttrice ha inoltre citato due criticità recenti che mostrano chiaramente quanto il pluralismo religioso in Italia non venga ancora compreso nella sua reale importanza per una questione che è innanzitutto culturale e solo secondariamente giuridica e politica. Un esempio grave e recente è quello della costituzione, nel mese di agosto 2023, della Commissione governativa per le trattative con le confessioni religiose per l’applicazione dell’articolo 8 della Costituzione. In questa Commissione gli esperti provengono tutti, tranne un’eccezione, da università cattoliche. E’ evidente come una commissione che si occupa dei rapporti con le minoranze religiose così composta non risponda alle necessità di un contesto pluralista come quello attuale.

Un altro esempio è la discussione in corso per l’approvazione di un disegno di legge in materia di compatibilità urbanistica dell’uso di sedi e locali delle associazioni di promozione sociale. Si tratta di una proposta che mette a rischio libertà e attività di culto di confessioni religiose senza intesa, soprattutto comunità islamiche e chiese cristiane evangeliche.

Davide Romano, riprendendo le considerazioni di Raffaella Di Marzio ha aggiunto che un altro aspetto molto discutibile nella recente costituzione della Commissione per le intese è il fatto che, a parte la presenza di un emerito giurista di area ebraica, non solo gli altri membri sono tutti dichiaratamente cattolici ma, oltretutto, uno di loro è un professore di dogmatica. Ha inoltre ribadito i problemi gravi relativi alla costruzione dei luoghi di culto che riguarda anche la chiesa avventista che incontra notevoli difficoltà, soprattutto nelle regioni del Nord Italia. Segnala, inoltre, i problemi relativi all’assistenza negli ospedali o nelle carceri, dove spesso i ministri di culto non riescono a entrare nonostante siano in possesso delle necessarie autorizzazioni e credenziali. Questo fa comprendere quanto siano grandi le lacune culturali che creano sospetti e pregiudizi  che affliggono chi certamente ha il dovere di far rispettare la legge ma, nello stesso tempo, non è sufficientemente formato a riconoscere il fenomeno religioso nella sua pluralità.

L’ultimo relatore, l’avvocato Marcello Rifici, ha illustrato due casi concreti in cui risultano evidenti le conseguenze che si verificano ai danni di una minoranza quando quest’ultima non ha l’intesa con lo Stato. L’avvocato si è occupato di due casi che riguardano la Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova: una relativa all’esonero da un rtributo e l’altra relativa alla mancata registrazione di un matrimonio. Nonostante le disposizioni di legge in questi due casi attruibuiscano alle confessioni senza intesa gli stessi diritti di quelle che hanno l’intesa, per ottenere giustizia la congregazione ha dovuto presentare numerosi ricorsi e rivolgersi infine alla Cassazione, che ha dato ragione ai ricorrenti dopo anni di contenzioso. Il fatto che lo Stato non abbia concluso l’iter di approvazione dell’intesa con i Testimoni di Geova provoca molto spesso una diversità di trattamento che non riguarda solo questioni economiche, ma un’ampia gamma di forme discriminatorie che rendono difficile la vita di questi cittadini solo perchè membri di una determinata confessione religiosa. Anche l’opinione pubblica viene influenzata da questo clima discriminatorio. Per questi motivi, nel 2016 il caso della mancata approvazione dell’intesa dello Stato con la Congregazione  Cristiana dei Testimoni di Geova è stato sottoposto alla CEDU. La CEDU ha dichiarato ammissibile il ricorso e attualmente si è in attesa della sentenza, che, si spera, possa risolvere questa questione.

L’esperienza dell’avvocato Rifici mostra come le minoranze che non riescono a stipulare l’intesa con lo Stato vengano di fatto private di diritti che già possiedono, anche per l’ignoranza e il pregiudizio delle amministrazioni locali. Queste esperienze evidenziano quanto la condizione di superiorità o inferiorità delle confessioni religiose in Italia sia in netto contrasto con quanto stabilito dalle Linee Guida che il Consiglio Europeo ha emanato dieci anni fa e quanto ancora il nostro paese sia di fatto “confessionale” cioè si identifichi con una sola religione, quella cattolica, nonostante quest’ultima non sia più religione di Stato. Lo Stato, di fatto, non agisce come dovrebbe agire uno Stato laico nel quale tutte le confessioni religiose hanno gli stessi diritti.


Sala Stampa Camera dei Deputati - webtv.camera.it https://youtu.be/4mKjTJ-lSp4

 Foto di Michele Amitrani

Intervista a margine della Conferenza Stampa